Quest’anno ho scelto una parola guida che mi sta particolarmente a cuore: reciprocità.
Ho sempre creduto nell’importanza di dare e ricevere, ma nel 2025 voglio portare questa consapevolezza a un livello superiore. Voglio coltivare relazioni più autentiche, basate sulla fiducia e sul sostegno reciproco.
Cosa significa per te la reciprocità? Come pensi di integrarla nella tua vita quotidiana? Ho piacere di leggerti qui o in dm se hai voglia anche di fare una call gratuita per definire magri la TUA parola chiave
Raccontami quali di questi aspetti per te è più difficile? -——————————————————— Nessuno di noi è perfetto e spesso abbiamo qualcosa che vorremmo migliorare o cambiare, e amarsi per ciò che si è può essere complicato.
ACCETTARE SE STESSI è un percorso importante che può richiedere tempo e impegno. Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarti in questo processo:
Autocomprensione: Capisci le tue emozioni, desideri e paure. Autoconsapevolezza: Riconosci punti di forza e debolezze. Perdona te stesso: Accetta gli errori e impara da essi. Crescita personale: Sviluppati come persona. Auto apprezzamento: Apprezza le tue qualità uniche. Parla con qualcuno: Condividi pensieri e sentimenti. Pratica la gratitudine: Focalizzati sul positivo. Smetti di cercare approvazione: Non basare l’autostima sul giudizio degli altri. Cura di te stesso: Mantieni uno stile di vita sano. Tempo e pazienza: Il percorso richiede tempo, sii gentile con te stesso. Aspetto di leggerti e se vuoi approfondire scrivimi in DM o contattami per un colloquio conoscitivo www.patriziaservadio.it
Emozioni Autentiche: si riferiscono alle emozioni che sperimentiamo in modo sincero e genuino. Queste emozioni sono una risposta naturale e spontanea agli eventi e alle situazioni nella nostra vita. Ad esempio, se proviamo gioia quando otteniamo una buona notizia o tristezza quando affrontiamo una perdita, queste sono considerate emozioni autentiche.
Emozioni Parassite: al contrario, sono emozioni che emergono in risposta a situazioni o stimoli diversi da quelli che dovrebbero scatenarle. Sono spesso il risultato di esperienze passate ( legate a comportamenti o abitudini o insegnamenti famigliari ad esempio, che diventano poi parte del copione di vita), convinzioni irrazionali o schemi di pensiero distorti. Queste emozioni possono interferire con la nostra capacità di comunicare in modo sano e di stabilire relazioni significative con gli altri. Ad esempio, se reagiamo con rabbia o gelosia in situazioni in cui queste emozioni non sono giustificate, potremmo considerare queste reazioni come emozioni parassite.
Nell’ambito dell’Analisi Transazionale, si cerca di comprendere meglio queste emozioni parassite e lavorare su di esse per promuovere relazioni più sane e comportamenti più adattivi. L’obiettivo è diventare consapevoli delle proprie emozioni, riconoscere quando le emozioni sono autentiche o parassite, e imparare a gestirle in modo più efficace per migliorare la comunicazione e le relazioni con gli altri.
In conclusione occorre mettersi in ascolto della nostra parte emotiva,Comprendere se quel che proviamo si rivela utile e funzionale al qui e ora e se il modo in cui automaticamente reagiamo nelle svariate situazioni ci guida ad una risoluzione costruttiva oppure no. Sarà questo un po’ il tema della nostra terza serata di “Viaggio nella tu anima creativa “
Collaborare con un centro di accoglienza è senza dubbio un esperienza che ti segna in maniera indimenticabile.
Sono passati 2 anni da quando i talebani hanno ripreso il controllo in Afghanistan, accogliere 14 afgani destinati al CAS con cui collaboravo è stata un esperienza che unita alle altre centinaia di storie mi ha sicuramente dato un opportunità significativa.
Ancora mi sento con qualcuno di loro … insieme a tanti altri volti, storie e anime me li porto dentro.
Un tempo pensavo di non esser molto brava con la pazienza, con la perseveranza, anche se poi, pensando l’esperienze e la realtà mi ha dimostrato il contrario.
L’idea di attendere il momento giusto spesso mette in uno stato impaziente … attendere il momento giusto non significa irrigidirsi in una tensione verso il futuro o sedersi ad aspettare che le cose accadano, ma semplicemente restare nella consapevolezza che è nell’ordine naturale delle cose che al momento adatto si presenti l’occasione giusta per fare quello che vogliamo.(nelle migliori delle ipotesi!)
Nell’era della velocità e del “tutto e subito”, l’attesa è una delle condizioni vissute con maggior disagio e difficoltà.
Ovviamente ogni situazione è a sé, ovvero ci sono circostanze in cui il disagio è comprensibile e totalmente giustificato, come quando l’attesa è legata ad eventi drammatici e dolorosi, come la malattia o l’esito di un esame diagnostico, ma fortunatamente non sempre è così.
Spesso però viviamo con eccessiva insofferenza anche situazioni banalmente quotidiane, in questi casi farsi prendere dal nervosismo e dall’insofferenza risulta inutile, mentre potrebbe essere occasione di NON FARE e RESTARE con quel che c’è.
Soprattutto non possiamo credere e sperare di determinare e definire tutto ….. accogliere ciò che arriva è un talento da sviluppare, fidandoci e affidandoci.
Io amo credere che c’è sempre qualcosa di meraviglioso che mi attende (e non provate a farmi cambiare idea!)
Il silenzio è un grande assente della nostra quotidianità.
La comunicazione verbale ha ormai preso il predominio sulla dimensione dell’ascolto di sé stessi e degli altri, togliendo spazio ad altri tipi di linguaggio di cui siamo effettivamente capaci.
Pensiamo al linguaggio del tatto, al linguaggio dell’olfatto e sopratutto quello dello sguardo !
Il silenzio sottolinea le nostre sensibilità. Stando in silenzio non solo possiamo ascoltare con maggiore attenzione la parola dell’altro, e quindi “incontrarlo”,ma anche dar spazio all’altro di prendersi i suoi tempi per gestire parole,pensieri ed emozioni.
Indubbiamente oggi sempre più, notiamo comportamenti sociali “orientati” al rumore, all’ascoltare qualcosa per sfuggire il silenzio che spesso diventa pesante, ingombrante “rimandando” anche l’ascolto di sé.
Invece credo fermamente,che anche il SILENZIO ha la sua bellezza, e che fermarsi ad ascoltare il silenzio è un esercizio funzionale, utile oserei dire opportuno (da praticare con costanza)
Il silenzio ha un significato, anche durante i colloqui, il cliente può scegliere in qualche frangente di restare in silenzio e io in attento ascolto, come diceva il grande Paul Watzlawick e i teorici della comunicazione “non si può non comunicare”.
Nel tempo dedicato al colloquio vale anche il silenzio (eccome!)
Io amo il silenzio anche se difficile da ricercare, ma davvero utile e fondamentale.
E tu che rapporto hai con il silenzio? hai voglia di raccontarmelo qui sotto ? seguimi e a presto
Sentiamo spesso parlare di intelligenza emotiva , ma cosa significa ?
Con intelligenza emotiva s’intende la capacità di riconoscere, identificare, controllare e gestire le proprie emozioni e quelle degli altri allo scopo di raggiungere determinati obiettivi.
Daniel Goleman riassume in due aspetti fondamentali:
A)sapersi rapportare in modo adeguato alle situazioni in cui ci si trova
B)avere buone relazioni con gli altri individui.
5 sono le competenze emotive fondanti : consapevolezza, autocontrollo, motivazione,
empatia e abilità sociali.
Fatevelo bastare queste poche parole e trovare la voglia di leggerlo : merita !
Decidiamo di fare almeno una gentilezza la giorno? siete d’accordo?
E’ così bello ricevere una gentilezza, ma anche farla e a volte lo è ancora di più!
Qualche piccolo suggerimento per fare della gentilezza uno stile di vita:
Sorridete, anche senza motivo. Perché un vostro sorriso potrebbe illuminare la giornata di qualcun altro.
Salutare chi incontrate, con un sorriso, rispondere in modo pacato ed equilibrato, significa ascoltare chi ti sta parlando, magari chi si sta aprendo con delle confidenze, significa dare consigli, significa rispondere sempre (anche con un no) a una richiesta, significa aiutare se qualcuno è in difficoltà, significa non giudicare, significa sforzarsi a capire gli altri e i loro punti di vista.
Fare un regalo a chi vi sta a cuore: un libro, un mazzo di fiori o bigliettino, un messaggio o un semplice abbraccio. A voi la scelta!
Chiedete scusa, quando sbagliate, si eviterebbero molti malintesi, molte discordie, molti malesseri.
Preparate ad un vostro caro il suo piatto preferito e condividetelo con lui. Mangiar bene in compagnia è, infatti, un piccolo atto di gentilezza verso voi stessi e chi vi sta accanto.
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